Perché si vive? Ognuno deve trovare il suo motivo
Di prima mattina, in università, giro per le aule in cui ancora non è arrivato il professore e per i corridoi. Gli studenti che incontro sono ben disposti a rispondere alla mia domanda “cosa si vive a fare”, ma non tutti si sentono poi in grado.
Ci sono persone per cui è una domanda troppo grande: Luigi mi risponde infatti che non ne ha idea, mentre Carlotta ci pensa per diversi minuti ma non arriva ad una conclusione, non ci ha mai riflettuto.
Alice, studentessa di 21 anni, crede che sia presto per aver capito perché vivere, e mi dice: “Quello che posso risponderti è che secondo me ognuno deve trovare il motivo, il suo senso di vivere, l’importante è poi fare del proprio meglio”.
Gli intervistati che mi rispondono in modo articolato, sembrano pensarla nello stesso modo. Jacopo, studente ventottenne di psicologia, si concentra sulle cose positive. Le sue parole sono state: “Secondo me si vive per la famiglia, per l’amore, per essere felici e per provare emozioni”.
Flavia e Federico invece, iscritti a ottica, mi dicono che ciò che ci spinge a vivere sia la ricerca di un obiettivo, e poi il cercare di conseguirlo. Il più grande scopo da perseguire per gli studenti nel range 20-28 anni sembra essere la felicità.





