BICOCCA LAB

Magazine del Laboratorio di Comunicazione Giornalistica di Milano Bicocca. Dir. Res. Marco Mozzoni. Reg. Trib. Milano n.130 del 11/04/2017

Perché viviamo?Speciali

Secondo te, qual è lo scopo della vita?

Noi viviamo, ma una delle domande più difficili a cui non esiste una risposta certa è: “che cosa viviamo a fare?” Abbiamo deciso di chiederlo direttamente alle persone: ciò che si nota è la sostanziale differenza nelle risposte delle persone in base all’età e alla professione. Salvatore, 49 anni, di professione metalmeccanico, si è trovato notevolmente in difficoltà nel rispondere, prendendo la domanda molto alla leggera come se fosse una domanda senza senso, rispondendo semplicemente in modo ironico: “viviamo per campare”. Gabriella, impiegata di 50 anni, anch’ella spaesata dalla domanda e dopo qualche minuto di riflessione, porta la risposta su un piano materiale dicendo “viviamo per pagare i debiti e le tasse”. Un terzo intervistato, Marco, ricercatore di Fisica di 42 anni risponde: “per ricercare la felicità”. Nicolai invece, scrittore di 40 anni dà una risposta più elaborata: “si vive per sbagliare e imparare a correggerci. Gli animali seguono il loro istinto e non sbagliano mai, invece l’uomo segue la ragione quindi ha bisogno di una parte della vita per commettere errori, una parte per poterli capire e un’ultima parte per cercare di vivere senza sbagliare”. Passando agli studenti, Paolo, iscritto alla facoltà di fisica, di 19 anni, risponde “viviamo proprio per scoprire il senso della vita”. Alice, studentessa di comunicazione e psicologia di 20 anni risponde: “per essere felici e inseguire i propri sogni”. Roberto, studente di matematica di 20 anni invece risponde “lo scopo della vita lo devi creare vivendo”. Come detto inizialmente, osservando le risposte è possibile fare una distinzione netta tra le persone e le rispettive risposte: Salvatore e Gabriella, svolgono lavori frenetici con lo scopo principale di “sopravvivere” guadagnando i soldi necessari per mantenere loro stessi e la propria famiglia, rispondendo alla domanda in modo leggero e senza darne importanza. Marco, il ricercatore, nonostante sia un loro coetaneo, svolge un lavoro che oltre a permettergli di sopravvivere, svolge un servizio rivolto alla comunità con lo scopo di dare nuove risposte, in questo senso è possibile spiegare la sua risposta, perfettamente in linea con il suo lavoro, di “ricerca” della felicità. Nicolai ci propone invece una risposta molto filosofica del tutto in linea con il suo lavoro di scrittore. Analizzando invece le risposte dei giovani studenti, la quale professione è rivolta a crearsi un futuro, emerge una generale tendenza di ricerca del senso della vita proprio nella vita stessa, un’evidente nesso proprio con la loro fase di vita di costruzione e ricerca di qualcosa che sia un buon impiego, la felicità e la realizzazione dei propri sogni.

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