Il lato umano delle startup
Le startup plasmano il futuro e costituiscono una realtà estesa in Italia. Nel corso dell’ultimo anno sono state introdotte normative con lo scopo di promuovere l’imprenditoria innovativa e potenziare la rete di startup. Dai dati riportati dalla terza edizione della “Relazione Annuale del Ministero dello sviluppo Economico al Parlamento” si riscontra un aumento del 40%, rispetto all’anno precedente di società iscritte come startup. Per la prima volta vengono registrati tassi positivi di sopravvivenza per le imprese che, nel 95,1% dei casi, restano attive dopo i 3 anni dalla nascita. Ma qual è il capitale umano che alimenta queste aziende in continua crescita? Il socio tipico di una startup è l’uomo con età media di 42 anni, l’82% dei soci sono, infatti, uomini, contro il 18% delle donne, che però si distinguono dai colleghi per il grado di istruzione più elevato. Il 78% delle fondatrici è laureata e il 21% ha conseguito un dottorato. La maggioranza dei soci hanno titolo tecnico-ingegneristico (41,7%), seguiti da quello economico-manageriale (20,5%) e scientifico (19,8%). Statisticamente chi possiede una formazione più elevata occupa posti nei settori di ricerca e sviluppo, mentre gli altri lavorano in settori industriali e commerciali. Il 70% dei soci laureati svolge nell’azienda attività coerenti con le precedenti esperienze lavorative o il percorso di studi, la percentuale si riduce per i soci con titolo di studio inferiore. Il 90% dei soci conosce almeno un’altra lingua, prima fra tutte l’inglese, seguita da francese e spagnolo, spesso acquisita durante studi o esperienze lavorative precedenti. Il 60,9% dei fondatori prima di creare la propria startup ha avuto esperienze lavorative come dipendente o libero professionista, mentre solo il 22,3% era socio di altre imprese. Alla domanda “qual è la motivazione dietro la creazione di una startup?” i founder rispondono che è il desiderio di realizzare prodotti o servizi innovativi e creare un’impresa di successo.





