Una crisi che fa ingrassare
Siamo ancora l’Italia di “pizza, spaghetti e mandolino?”
Fra il 2007 e il 2015 si è vista una diminuzione a del 12% della spesa alimentare medi nelle famiglie italiane che vede una vertiginosa diminuzione del 20% in quelle a basso reddito e si scende quasi al 30% per tutte le famiglie che hanno un disoccupato in famiglia.
Gli italiani tirano la cinghia e dalla ricerca Censis «Gli italiani a tavola: cosa sta cambiando. Il valore sociale dell’alimento carne e le nuove disuguaglianze», viene evidenziato come nell’anno passato si sia ridotto il consumo di carne da parte di quasi 17 milioni di abitanti e i dati non sono migliori neanche per pesce frutta e verdura che vedono una riduzione rispettivamente di 10, 3.5 e 3.6 milioni di consumatori.
Che fine farà la nostra buona dieta italiana? I prodotti sani e genuini vengono sempre più spesso sostituiti con prodotti artefatti e iper-elaborati a basso contenuto nutrizionale ma più economici, minacciando così la salute stessa di grandi e piccini.
Viene evidenziato, infatti, come i tassi di obesità siano più alti nelle regioni con un reddito medio inferiore rispetto alla media nazionale, in particolar modo nelle regioni del Sud dove si aggira quasi al 50%, molto più che al Nord (42,1%) e al Centro (45%).
Di questo passo, il popolo degli spaghetti si sta trasformando in quello delle ciambelle.





