I brand tra i millennials
Nel parlare di brand si entra in un mondo che non tutti sono in grado di definire alla perfezione, raccogliendo pareri vari sembra non ci sia una definizione e delle caratteristiche univoche di un brand. In realtà i pareri discordanti nascono da confusione riguardo a ciò che lo parola porta come concetto: per molti il brand è assimilabile al logo, ma in realtà è il marchio di un prodotto, che racchiude una serie specifica e definita di caratteristiche. Questo si può comporre infatti di parole, disegni, lettere, cifre, suoni, combinazioni cromatiche e dipende anche dalla forma del prodotto e dalla sua confezione. Nonostante la poca chiarezza terminologica, tutti identificano Apple, Nike, Barilla e molti altri come brand.
Apple infatti uno dei principali marchi citato: è un brand conosciuto a livello mondiale e apprezzato da molti. Tutti gli intervistati conoscono il marchio, anche se questo non è apprezzato da tutti. Chiara, 25 anni, afferma che ritiene sbagliato che l’azienda crei prodotti esclusivi e rilasci aggiornamenti solo per le versioni più recenti, costringendo coloro che hanno un prodotto Apple datato ad acquistare un modello recente. Marco invece, 21 anni, spezza una lancia a favore di Apple, spaziando ampiamente su come questo sia dotato di un design innovativo, una grande cura dei dettagli e un’interfaccia intuitiva, che rende semplice l’uso dei suoi prodotti.
Un altro tra i brand più citati è Barilla, molto noto in Italia e anche all’estero. Infatti Charlotte, 22 anni, è una ragazza olandese che ha visitato l’Italia solo per un breve periodo, e Barilla è uno tra i primi brand che cita, affermando che è un marchio molto conosciuto, ricercato nei supermercati. “A me piace molto la pasta, so che Barilla fa pasta buonissima ed è un brand che conosco da quando ero piccola, anche se devo ammettere che non riesco a cogliere molto bene la differenza tra questa e altre marche del prodotto.”, dice la ventiduenne dei Paesi Bassi.
Degli italiani intervistati, tutti naturalmente conoscono il marchio, ma non tutti lo apprezzano: “Mi piace la pasta della Barilla, ma sono abituata a prendere pasta che costa meno, e non ci trovo questa grande differenza” dice Martina, 27 anni. È poi interessante notare come, nel chiedere opinioni sul brand della Barilla, tutti gli intervistati si concentrassero solamente sulla pasta, senza considerare che la Barilla offre altri prodotti, come i sughi pronti, in quanto il brand è associato più fortemente alla pasta e molto più debolmente agli altri prodotti.
Solo un ragazzo tra gli intervistati ha citato Greenpeace, in quanto animalista convinto. Jacopo, 24 anni, afferma infatti che questo è il brand che tra i primi gli salta in men te perché è abituato ad essere esposto ad esso, tramite mail, campagne e raccolta firme a cui partecipa. Pensa che sia un brand molto positivo, che si occupa di questioni importante cercando di dargli rilevanza e risonanza mediatica, ma è uno dei pochi che ne parla in maniera così positiva e con così tanta consapevolezza.
Molti degli intervistati riportano di non sapere molto sul brand: “Conosco Greenpeace, so che fa tante campagne per preservare la natura e salvare gli animali, ma non saprei dirti nello specifico alcune delle campagne che hanno intrapreso”, dice Ivan, 21 anni, continuando poi: “Io so solo che, più che le campagne di Greenpeace, sul web girano polemiche su come il marchio ingigantisca ogni questione. Sono in pochi tra quelli che conosco che seguono attivamente le campagne, ma sono molti quelli che non ritengano i dati forniti da Greenpeace completamente affidabili”.
In linea generale, in molti conoscono il brand e sanno cosa riguarda, ma solo in pochi conoscono specificatamente delle campagne e ancora meno sono quelli che vi hanno aderito. La consapevolezza su questo brand sembra abbastanza scarsa, come dice Elena, 20 anni: “Secondo me in molti, me compresa, seguono e riportano quello che sentono in merito a Greenpeace, quindi ci si divide tra quelli che lo criticano fortemente e quelli che lo supportano. Penso che però siano in pochi a saper motivare queste opinioni”.
Sembra quindi che non sia molto chiara la definizione di brand ma, una volta chiarito il termine, tutti sono in grado di elencarne parecchi. Quelli elencati più volte sono anche quelli più conosciuti tra gli intervistati: infatti i brand più noti e comuni sono quelli che per primi saltano alla mente. Questo non vale per casi specifici, in cui un brand con poca risonanza gioca un ruolo decisivo nel quotidiano, come nel caso di Robert, l’unico a citare IBM: “Mio papà ci lavora, ultimamente non può guidare per problemi al ginocchio e lo accompagno in ufficio tutte le mattine”. Sentendo gli altri millennials infatti, una buona percentuale conosce il marchio ma tutti affermano che non avrebbero mai pensato di citarlo.





