Brand, quello strano sconosciuto
Tre le domande da porre agli intervistati:
- Quali brand conosci?
- Quali brand apprezzi?
- Perché li apprezzi?
Molte – e talvolta spiazzanti – le risposte.
A giudicare dalle espressioni sui loro volti, credo che Elisa, Lucia e Florens, studenti 22enni che ho punzecchiato nell’aula studio della Bicocca, si siano sentiti “nel posto sbagliato al momento sbagliato” o semplicemente degli sfortunati malcapitati. Totalmente spiazzati solo all’idea di dover nominare qualche brand. “Non ti viene in mente nessun brand? Cosa è per te il brand?” chiedo, cercando di agevolarli. Niente. Nessuna risposta. Silenzio totale. Solo la tipica faccia di chi sembra “caduto dalle nuvole”.
E se c’è chi non riesce a trovare le parole, Irene e Matteo, 21 e 22 anni rispettivamente, provano a rispondermi, seppur mostrando qualche perplessità sul concetto di brand.
Irene, alla mia prima domanda, ribatte: “Brand di vestiti? Definisci brand”.
“Ah, ma non sono io che devo fare le domande a te? Cos’è, si sono invertiti i ruoli?!” penso divertita tra me e me. Dopo aver riflettuto qualche secondo, esordisce: “Credo che Zara possa essere un brand. La apprezzo perché rispecchia i miei gusti nel vestire, ha prezzi buoni, è di qualità… insomma, per tutta queste serie di cose.”
Matteo, dal canto suo, “vediamo un po’… conosco Apple, Samsung, Hp, Fiat, Toyota, Lancia ecc… ma sono brand?!”, mi e soprattutto si chiede perplesso. “Apprezzo Apple e Fiat perché per me sono sinonimo di affiabilità”.
Poi c’è stato invece chi, al contrario, ha risposto prontamente e senza esitazioni. Gabriele e Giuseppe, dopo aver obiettato che esistono troppi marchi per poterli elencare tutti, mostrano di avere le idee molto chiare.
“Ma che domanda è?! Conosco centinaia di marchi…” mi dice il primo. “Comunque, apprezzo Ikea, Lego e Kawasaki. Ikea per la gestione dei suoi magazzini e la filosofia che trasmette come azienda. Lego per la continua ricerca che impiega su un concept che, però, è sempre lo stesso e tradizionale e funziona bene negli anni. Kawasaki per la passione che ho verso i suoi prodotti e la qualità di ciò che propone, che mi trasmette sicurezza nell’acquisto”.
Giuseppe inizia dicendomi che “di brand ne conosco un milione, se devo elencarli tutti ci metto una vita!” “Apprezzo brand come Coca Cola e Ferrari – continua – perché sono talmente potenti da non aver più bisogno di pubblicità”. E alla mia piacevole sorpresa, tradita dall’intonazione della voce, di fronte ad una motivazione così “tecnica”, ribatte soddisfatto e con un velo di ironia: “Eh sì, alle superiori ho studiato marketing mica per niente!”.





