BICOCCA LAB

Magazine del Laboratorio di Comunicazione Giornalistica di Milano Bicocca. Dir. Res. Marco Mozzoni. Reg. Trib. Milano n.130 del 11/04/2017

Perché viviamo?Speciali

Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere

Così scriveva Umberto Saba in una delle sue più note poesie, “Sera di febbraio”. La morte che ci segue passo passo durante tutta la vita, prendendoci sotto braccio alla fine e conducendoci con lei. Alcuni sono talmente ossessionati dall’idea della morte che si perdono completamente la vita. Viviamo in un’epoca che ha vissuto gli orrori compiuti dall’umanità, un’epoca in cui alla morte si dà valore, tanto quanto se ne dà alla vita. Vivere per morire, morire per vivere. Un confine sottilissimo, quasi impercettibile. In un mondo come il nostro, dove sempre più persone rinunciano alla propria vita o mettono fine a quella di altri per motivi futili, è importante sottolineare come per molti, la vita rimanga comunque un valore, un di più. Milena, una studentessa di Scienze Psicosociali della Comunicazione di Milano-Bicocca di 19 anni ha spiegato che, per lei, la vita è una grande incognita. Alla domanda: “Cosa viviamo a fare?”, lei ha risposto che viviamo per realizzarci e fare del bene. E lo ha detto senza nemmeno pensarci, come se la cosa fosse scontata. Giorgia, 21 anni, stesso corso di studio di Milena, ha precisato che invece, per lei: “Noi viviamo per sfruttare ciò che abbiamo intorno secondo necessità.”, approccio più analitico, forse, ma pur sempre efficace. Quanto valore si dà alla vita? Quante domande ci si pongono sul perché siamo al mondo, che scopo ha tutto questo. La religione, la filosofia, danno parametri universali, ma se la nostra opinione è diversa, in che categoria rientriamo? Per Alessandro, 20 anni, studente di Fisica all’Università Bicocca, vivere significa scoprire. Che cosa, però, non lo sa nemmeno lui. Scoprire il mondo, scoprire la scienza, scoprire il perchè delle cose. Si nota subito che per i ragazzi di oggi la vita non ha lo stesso valore che aveva in passato. Fino a 100 anni fa un uomo si riteneva fortunato se arrivava indenne ai 50 anni, ora non è più così. La vita è data per scontato, non viene quasi considerata. Fare del bene, sfruttare ciò che ci circonda, scoprire, noi viviamo davvero per questo? Viviamo l’attimo come se ci dovesse essere portato via, viviamo gli anni come se non finissero mai. Il tempo diventa un qualcosa che scorre, di sfondo alle nostre azioni. La morte resta un pensiero lontano, a cui ci si avvicina lentamente, senza fretta e senza pensieri. Si chiama vivere o sopravvivere questo? Viviamo per ottenere la pace, per vincere la guerra, per combattere i vinti. Viviamo per noi stessi e viviamo per gli altri. Ci sono cose che nella vita non devono mai essere date per scontate, una di queste è la vita stessa. Ungaretti scriveva: “La morte si sconta vivendo”, ma tu vivi per vivere, non per morire.

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