Pallavolo; Tifanny: ”Uomini, donne o trans? Conta il talento!”
Da Rodrigo a Tifanny. Dalla serie B maschile alla A2 femminile.
Tifanny Pereira de Abreu, dopo il suo cambio di sesso avvenuto nel 2014, non rinuncia alla sua carriera da pallavolista, già avviata in campo maschile giocando in Brasile e in gran parte dell’Europa. Ora per la prima volta scende in campo con il corpo che ha scelto; a darle questa opportunità è la squadra calabrese Golem Palmi.
Emanuele Catania, direttore generale di un club bresciano, chiede alla federazione regole precise a riguardo. Egli afferma che senza una ridefinizione del regolamento, molti dei clubs italiani ingaggeranno atleti transgender, cambiando così radicalmente lo scenario della pallavolo femminile.
A queste prime affermazioni si aggiungono altri pareri ed affermazioni dei vari dirigenti delle squadre italiane, innalzando così un polverone di polemiche.
Con tranquillità ed estrema eleganza l’atleta risponde ad un intervista rilasciata a Skysport: “Non è che sai giocare bene a pallavolo solo perché sei trans. Conta il talento, devi saper giocare. E il talento lo possono avere sia un uomo, sia una donna, sia un trans. La mia essenza è di donna Io ho cambiato per me, per il mio essere. La pallavolo è il mio lavoro”.