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Magazine del Laboratorio di Comunicazione Giornalistica di Milano Bicocca. Dir. Res. Marco Mozzoni. Reg. Trib. Milano n.130 del 11/04/2017

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I consumi alimentari da diminuire per ridurre i tassi di mortalità precoce

I ricercatori della Tufts University in Massachusetts, sembrano concordare sul fatto che ridurre il consumo di determinati cibi possa aumentare le possibilità di vivere più a lungo, limitando l’insorgenza di diabete, disturbi cardiaci o infarti. Si tratta di quei cibi che fanno parte delle “diete povere”, schemi alimentari non eccessivamente elaborati per scarsità di risorse economiche, molto diffuse negli USA. Il consumo eccessivo di sale, per esempio, sembrerebbe relato col 9,5% delle morti (e su questo concorda la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità che ne sconsiglia l’uso superiore ai 4-5 grammi al giorno), le carni rosse con l’8% (che da come era emerso da una inchiesta del 2015, possono essere anche legate all’insorgenza di tumori), le bevande zuccherate il 7,4 per cento. Non è finita qui: sembra che anche il consumo dei cosiddetti “healthy foods” sia nocivo: l’eccessivo consumo di noci, benefiche per tante funzionalità fisiologiche, porterebbe al 6-8% delle morti totali per queste patologie. Brutte notizie anche per i vegetariani: privarsi del pesce ed alimentarsi solo con verdure è la causa del 6-8% dei decessi. Uno studio che mirerebbe anche a ridurre i gravissimi impatti delle sopraccitate malattie sul sistema sanitario nazionale, che ammonterebbero a sprechi annuali da centinaia di milioni.

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